Non solo INRI. Cosa c’era scritto sulla Croce
Sulla croce non era visibile solo la sigla INRI. La scritta ebraica svela il motivo per cui i Giudei cercarono, invano, di convincere Pilato a cambiarla…
Sulla croce non era visibile solo la sigla INRI. La scritta ebraica svela il motivo per cui i Giudei cercarono, invano, di convincere Pilato a cambiarla…
È un gioco di sguardi: mentre Cristo non perde di vista la Resurrezione e lo sguardo del Padre, per poter oltrepassare la Passione e la Croce, noi, dal canto nostro, siamo chiamati a camminare, «tenendo fisso lo sguardo su Gesù» (Eb 12, 2) e mettendo i nostri passi sulle Sue orme. Esercitando la pazienza, consapevoli che, se, per qualcuno, questa Pasqua sarà segnata dal dolore, probabilmente, la maggior parte di noi sarà chiamata ad un’altra Passione, quella delle pazienze.
Abbiamo bisogno di tutto, tutti, tranne di Dio. Quel Dio che, svegliatosi dal sonno, porge domanda: «Perchè avete paura? Non avete ancora fede».
Dalla distanza che ci fa sentire soli in quell’orto di ulivi, al lavarsi le mani da germi e paura, fino all’essere il Cireneo di qualche sconosciuto: mai come quest’anno arriveremo in cima al Golgota stanchi e svuotati. Mai come quest’anno la nostra Pasqua somiglia tanto alla Sua.
Da una laurea a pieni voti in architettura alla clausura. Abbiamo intervistato una giovane donna che ha scommesso tutto sull’appartenenza a Cristo: “Mi libera, posso non ridurmi a quello che il mondo vuole che io sia e sono continuamente strappata da quello che io, da sola, posso immaginare per me”.
La lettura della Sacra Scrittura nella preghiera è una pratica millenaria nella Chiesa e metodo di meditazione dei monaci benedettini. Seguendoli scopriamo questo modo unico di sentire la voce dello Spirito Santo.
Un discorso rivolto ai giovani ma che vale per tutti, anche per chi avesse sprecato quasi tutti i giorni della propria vita. Perché scoprire che per Dio abbiamo un valore enorme è una verità che può cambiare la storia di chiunque. Tutto può diventare bellezza, tutto ci succede perché, presto o tardi, ci decidiamo alla sola impresa che valga la pena: diventare santi.
La morte viene vista spesso come una sorta di “fuga dal tempo”; il nostro orologio individuale smette semplicemente di battere. Ma non può essere così – nessun cristiano può accettarlo. L’obiettivo del nostro pellegrinaggio in questa “valle di lacrime” è prepararci in tempo a entrare nell’eternità pronti a vedere il volto di Dio e a vivere in Lui.
La preghiera personale per un’ora davanti al Santissimo Sacramento, esposto o meno, consiste fondamentalmente in questo
La misura dell’accoglienza di Dio non è meritocratica, ma piena di una misericordia che pregusta la gioia di un ritorno quando ancora l’anima dell’uomo è persa nei suoi tentativi egoisti
Da Teresa d’Avila a Teresa Neumann, da Madre Speranza a Veronica Giuliani: dalla medicina poche certezze che alimentano la soprannaturalità di questi fenomeni
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