Il nostro Elia non ha chiesto la grazia della guarigione ma la vita eterna!
L’intervista ai genitori di Elia, un bambino di 8 anni, che ha affrontato il suo calvario con la certezza della resurrezione.
L’intervista ai genitori di Elia, un bambino di 8 anni, che ha affrontato il suo calvario con la certezza della resurrezione.
Questo il parere scritto che mi ha chiesto la Commissione Giustizia della Camera sul ddl Zan Scalfarotto Boldrini. Perdonate la lunghezza…
La clausura forzata ha disciolto i ritmi della vita precedente in un flusso indistinto. Questo tempo ci da l’opportunità di ricostruirli.
Il 9 aprile 1945 Dietrich Bonhoeffer venne impiccato nel lager di Flossenbürg. Aveva trentanove anni. L’ordine partì dal Führer in persona.
“Io sono il pastore buono e bello” (kalós), riassumendo in sé l’immagine di tutti i pastori donati da Dio al suo popolo (Mosè, David, i profeti).
Sulla croce non era visibile solo la sigla INRI. La scritta ebraica svela il motivo per cui i Giudei cercarono, invano, di convincere Pilato a cambiarla…
È un gioco di sguardi: mentre Cristo non perde di vista la Resurrezione e lo sguardo del Padre, per poter oltrepassare la Passione e la Croce, noi, dal canto nostro, siamo chiamati a camminare, «tenendo fisso lo sguardo su Gesù» (Eb 12, 2) e mettendo i nostri passi sulle Sue orme. Esercitando la pazienza, consapevoli che, se, per qualcuno, questa Pasqua sarà segnata dal dolore, probabilmente, la maggior parte di noi sarà chiamata ad un’altra Passione, quella delle pazienze.
Abbiamo bisogno di tutto, tutti, tranne di Dio. Quel Dio che, svegliatosi dal sonno, porge domanda: «Perchè avete paura? Non avete ancora fede».
Dalla distanza che ci fa sentire soli in quell’orto di ulivi, al lavarsi le mani da germi e paura, fino all’essere il Cireneo di qualche sconosciuto: mai come quest’anno arriveremo in cima al Golgota stanchi e svuotati. Mai come quest’anno la nostra Pasqua somiglia tanto alla Sua.
Da una laurea a pieni voti in architettura alla clausura. Abbiamo intervistato una giovane donna che ha scommesso tutto sull’appartenenza a Cristo: “Mi libera, posso non ridurmi a quello che il mondo vuole che io sia e sono continuamente strappata da quello che io, da sola, posso immaginare per me”.
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